Trasferire meccanicamente le tecniche di marketing alla politica è rischioso: meglio costruire una rapporto duraturo che preveda la partecipazione del cittadino e non si esaurisca con l'acquisto del «prodotto» (il voto).
L'obiettivo di questa mini lezione è:
1) identificare 3 modelli base di marketing politico
**Lezione 3 di 15 della serie «Comunicazione politica e media» in pubblicazione (estate 2014)**
Domande @PieroZilio con #PilloleComPol
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Non penso che sia
opportuno trasferire
meccanicamente le
tecniche di marketing alla
politica
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Il modello POP-SOP-MOP ha comunque
il vantaggio di schematizzare
(polarizzandole) tre opzioni di base, che
sono applicabili in maniera più o meno
rigorosa
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POP: Product Oriented Party
Il partito orientato al «prodotto» (POP)
mantiene immutata la propria identità
politica senza fare ricorso ad alcuna
analisi di mercato
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Nel partito orientato al prodotto (POP) la
fedeltà alla tradizione è assoluta ed i
propri valori non sono negoziabili: si
comunicano tali e quali
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Se il partito orientato al
prodotto fosse un frutto,
questa sarebbe la sua
comunicazione politica…
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SOP: Sales Oriented Party
Il partito orientato alla vendita (SOP)
mantiene immutata la propria identità
politica, ma impiega le ricerche di
mercato per definire meglio la propria
strategia di comunicazione
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Se il partito orientato alla
vendita fosse un frutto,
questa sarebbe la sua
comunicazione politica…
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Il modello di marketing politico orientato
alla vendita è più comune nella terza
fase della comunicazione politica
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Dal punto di vista di marketing il modello
SOP è generalmente più «sicuro» perché
consente di restare «fedeli» al proprio core
business (i valori), aumentando al tempo
stesso le opportunità di essere capiti ed
accettati da una fetta più ampia di elettorato
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MOP: Market Oriented Party
Il partito orientato al mercato (MOP) adatta
la propria identità politica ai bisogni
dell’elettorato, che sono costantemente
monitorati attraverso le ricerche di mercato
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Se il partito orientato al
mercato fosse un frutto,
questa sarebbe la sua
comunicazione politica…
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Il sistema elettorale, la
cultura politica e il budget
incidono sulle scelte di
marketing politico
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Dal punto di vista della comunicazione, i
tre modelli (POP, SOP, MOP) si
differenziano per l’uso della ricerca di
mercato, che è completamente assente
nel modello POP puro
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1. Individuare bisogni, valori e priorità
degli elettori
2. Segmentare l’elettorato sulla base dei
risultati della ricerca
3. Condividere le informazioni con gli
iscritti e agevolare l’accettazione di un
eventuale cambiamento
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Modellare il prodotto-partito sulla base dei
dati raccolti tenendo conto di:
• sostenibilità di eventuali promesse
elettorali
• equilibrio fra domanda del «mercato» e
degli iscritti
• bisogni dei segmenti di elettorato chiave
• offerta e caratteristiche degli altri partiti
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Il primo partito italiano che ha usato in
maniera estesa e professionale le tecniche
di marketing è stato Forza Italia
La strategia elettorale di Forza Italia è stata
sfruttare il crollo dei partiti della Prima
Repubblica per incarnare i valori e i bisogni
dell’elettorato ormai privi di rappresentanza
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In pieno stile MOP, Forza Italia ha fatto un
uso professionale dei sondaggi a scopo:
• di analisi dell’elettorato
• di formulazione della proposta
(posizionamento e differenziazione)
• di promozione
(inaugurando la «sondocrazia»)
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Oggi il PDL non è l’unico partito ad adottare
le tecniche di marketing politico
Tutti i partiti adottano almeno in parte alcuni
degli accorgimenti illustrati e riconducibili ai
tre modelli di base POP, SOP e MOP
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Più che al prodotto, vendita o mercato,
l’approccio di marketing dovrebbe essere
relazionale: costruire una rapporto
duraturo e basato sulla fiducia, che
preveda la partecipazione attiva del
cittadino e non si esaurisca con l’acquisto
del «prodotto» (il voto)
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